martedì 3 maggio 2016

Martini: un capolavoro la nuova campagna

A volte mi esprimo in modo abbastanza critico sul modo di comunicare di alcune aziende, del modo poco lungimirante che hanno alcuni manager di affrontare l’immagine e la reputazione della loro realtà produttiva e anche sì di alcuni errori banali che commettono alcune società nel voler a tutti i costi piacere al maggior numero di persone possibile.

Io invece sono stato sempre sostenitore di un approccio più poetico della marca, un brand che operi nel Fashion o nell’Industrial, ma anche nella GDO o servizi finanziari, per arrivare al nostro cervello deve prima penetrare la nostra anima e stravolgerla. Sì anche se sembra impossibile e quanto meno strano, ciò che ci spinge all’acquisto, ad approvare un’operazione rischiosa sul mercato o la scelta di un politico, deriva proprio da questo: impressionare nel profondo l’anima di una persona. E tutti ne hanno una anche se andiamo veloci e siamo distratti da milioni di impegni: famiglia, scadenze, lavoro, amici, animali, parenti, automobili, donne e uomini… nonostante tutto ciò che cerchiamo è vulnerabilità nello spirito. Quando percepiamo che quel messaggio, immagine, video è di questo tipo allora passiamo all’azione anche solamente con un like prima e successivamente con un esborso di denaro.
Ovviamente questo succede in pubblicità, in commercio, ma anche in amore, lavoro e amicizia.

Questa volta allora voglio portare alla luce lo spot di Martini e il nuovo pay off Play with time (forse a dirla tutta un po’ scollato dal contesto), ma non voglio “fare le pulci” anzi glorificare questo vero e proprio film di 1 minuto. Diretto da Jake Nava (uno bravo vero) e ideata dall’agenzia Bbdo di Londra (un’agenzia brava vera).

Il risultato?

Questa poesia sul tempo, denaro e vita come li concepiamo oggi nel 2016. Perché se non ve ne siete resi conto siamo abbastanza avanti ed emancipati da capire (finalmente) quali possono essere le cose importanti della vita. Ve l’ho trascritto per farvi entrare prima nella scrittura e poi direttamente il video per ri-vederlo. Bye.

Riccardo


"Sono nato come l’uomo più ricco del mondo,
ma morirò come il più povero,
spenderò tutto ciò che ho,
in viaggi intorno al mondo,
in ottime conversazioni,
dormendo da solo… e in buona compagnia,
spenderò tutto imparando cose nuove,
e perfezionando quelle che conosco bene.
Vedete, l’uomo più ricco del mondo
nasce ogni secondo
perché la ricchezza non si misura in soldi,
si misura in tempo,
e non abbiamo altra scelta che spenderlo tutto,
quindi… spendetelo bene."
Martini, play with time.



domenica 13 marzo 2016

Ex Machina: un film chiaramente oscuro

Potrei dire sicuramente che questo film può essere tranquillamente l'inizio di Matrix. Sì proprio così... Quando tutto ebbe inizio: oggi, ai giorni nostri.
Proponendo con ridondanza la figura dell'inventore del secolo scorso che invece di stare in uno scantinato polveroso vive isolato in un bunker di design ultra tecnologico tra le montagne, prende forma il pericolo di concentrare dati personali e sensibili in poche mani, anzi nelle mani di uno solo. Uno solo seppur geniale, un mozart del codice sorgente che riesce ad immagazzinare e a sfruttare (ed è qui il difficile) i dati di miliardi di persone. Tutto. E tutto significa, dati facciali, manie, le nostre ricerche sui motori di ricerca, preferenze sessuali, inclinazioni, pensieri... tutto insomma. E' facile, guardate nel vostro telefono... o nella cronologia delle vostre navigazioni sul web. E' lo specchio magico.
Insomma questa mole di "sapere" convoglia in un nuovo essere che non ha solamente hardware e software, ma ha un wetwere... L'equivalente del nostro cervello in vitro.
E fino a qui... sappiamo che prima o poi l'Intelligenza Artificiale arriverà, ma non sappiamo assolutamente come sarà. Noi sappiamo che una mole spropositata di successo, di denaro, sapere, di potere ha sempre provocato distruzione e ingiustizie sociali, ma soprattutto sovraccarica talmente tanto un uomo da spingerlo all'autodistruzione a volte. Cosa potrebbe accadere allora se ci trovassimo davanti ad un'Intelligenza superiore che riesce in modo istantaneo, tempo reale si sarebbe detto qualche anno fa, ad avere tutte le informazioni disponibili, ma soprattutto a metterle insieme per costruire qualcosa di nuovo, di totalmente nuovo, più potente, più performante, quello che alcuni definiscono il passo da 0 a 1.
Nel 1995 all'Università si parlava molto dell'Intelligenza Collettiva. E io ci feci una tesi. Ero convinto che il web avrebbe rappresentato la smaterializzazione di molti luoghi fisici che frequentavamo e abitudini che avevamo, e così è stato. Il nuovo spazio sociale è stato creato, una rete di connessioni che fanno girare e amplificano sapere e informazioni fine a se stesse ahimè per il 99%. I Social Media si sono livellati in basso ed era prevedibile. Ma la ricerca è andata avanti fuori da questo mondo illusorio, fuori da queste piattaforme fatte di gattini e foto degli aperitivi.
Ora quello che non condividiamo, quello che non diciamo è lo stato d'animo, le cose più profonde, quelle che sappiamo solamente noi e... il nostro telefono. E sarà essenziale capire quei dati, capire quando si è più inclini ad agire in un certo modo, che siano acquisti o andare a fare il brunch domenicale. Dirlo può sembrare semplicistico e scontato, ma estrapolare i dati registrati dal nostro cellulare attraverso la sua telecamera, microfono e le digitazioni sarebbe possibile profilare quella persona talmente finemente da arrivare al punto di poterla manipolare.
E se a farlo non fosse più un altro essere umano, ma un essere superiore?