domenica 30 novembre 2014

L’epoca della stupidità

Ogni epoca ha avuto il suo momento di stupidità come l’invenzione e lo sviluppo di un divertimento futile o un conflitto sociale o addirittura una guerra. Ma a bilanciare questa voglia atavica dell’uomo di evasione dalla sua coscienza o pensiero forte e dalla routine del lavoro, c’è sempre stata una proposizione di qualcosa che nel bene o nel male ha segnato il genere umano. E intendo produzione di opere indimenticabili, correnti di pensiero, scoperte scientifiche, meraviglie dell’evoluzione insomma. Non mi soffermerò a definire “epoca” ma il lasso di tempo che comprende almeno tre generazioni ha sempre prodotto cibo per la nostra crescita umana come cittadini del mondo.
Ed esempio Roma imperiale aveva il Colosseo ma anche il Senato, la Grecia antica aveva i baccanali ma anche la filosofia di Platone… ogni epoca ha avuto da sempre la sua produzione intellettuale affiancata a quella ludica.
Fino ad oggi. Oggi viviamo oltre il senso del luogo, viviamo la smaterializzazione dei rapporti sociali, delle professioni e anche del mondo reale. Sono, infatti, innumerevoli e sempre più comuni le patologie psicologiche che inducono le persone a vivere una vita non reale, una vita paragonabile a un fumetto, sogni ad occhi aperti. Lo spazio e il tempo si sono relativizzati a favore di una smaterializzazione generale preoccupante. Preoccupante soprattutto per il tessuto produttivo e non tanto per i rapporti sociali che ognuno imposta come vuole. Ma sotto l’aspetto professionale oggi sul mercato possiamo trovare figure strane e a volte insignite di profonda responsabilità.
Mi riferisco ad esempio a chi tratta la finanza sapendo poco o niente della materia, ma avendo dalla propria parte una buona attitudine alle pubbliche relazioni, anche perché spesso manca una laurea vera e propria. Infatti, molte di queste figure professionali studiano comunicazione per approcciare il cliente in maniera più attinente. Ovviamente il mercato offre anche eccellenze di cui ci si può fidare, eccellenze indipendenti che gestiscono i prodotti finanziari in maniera adeguata. Comunque fate attenzione, pretendete certificazioni che vengano dall’esterno dell’azienda e soprattutto da enti che da lungo tempo si occupano della materia come Università e/o Master organizzati dalle stesse.
E poi ci sono i “colleghi” che hanno adottato la via dell’autopromozione come brand di se stessi e per essere più efficaci pubblicano video di una banalità e comicità estrema. Prestano consulenze ad aziende smarrite che purtroppo si fidano di alcuni visionari che porteranno l’azienda a cambiare target per forza. “Perché nel 90% dei casi è il target che non funziona” dicono loro… Potrebbe però essere un errore perché per me nel 90% dei casi quello che non funziona è il prodotto e come lo si comunica. Ok potremmo discutere lungamente su questo argomento ma non è mia intenzione qui. Qui nasce un grido di attenzione, di allerta.
Non è solamente questo ovviamente il punto. Prendiamo i social network che stanno andando verso la maturità, nati da un bisogno moderno di interazione, oggi hanno spostato l’attenzione della “prima impressione” più sulla facciata estetica che su quella vera, la personalità e le caratteristiche della persona in carne ed ossa e cervello. Molte persone pensano che avere un profilo facebook impostato/adeguato possa ovviare alle lacune che si vengono a palesare nel mondo reale.
La smaterializzazione non ha portato solamente alla confusione professionale, in altre parole addetti PR che vendono prodotti finanziari o profili facebook stilisticamente perfetti che sono scrittori di successo o cantanti sconosciuti su youtube che hanno migliaia di visualizzazioni, ma ha portato a un’attitudine, per ma davvero fastidiosa di buonismo che tarpa le ali ad esempio a tanti talenti che si stanno formando in Italia ora.
Il problema del bullismo, il problema delle modelle troppo magre, la violenza sulle donne, l’omosessualità e il matrimonio, i diritti dei cani, gli spot sessisti. Basta! Per favore basta! Liberatevi da questo bombardamento di post, di spot, di slot, di affissioni, di foto… questa pioggia è acida e fa male al vostro stato mentale in generale portando l’umanità a questa evidente stagnazione. L’umore dei paesi industrializzati non è neppure più misurabile perché nero, non c’è fiducia nel futuro perché non c’è una tematica importante che resista un giorno intero. La vita è un hashtag perpetuo dove quello che era importante ieri non lo è più oggi. Il partner che ieri mi ha fatto impazzire oggi è solo un ricordo. La musica che ieri sera mi ha fatto ballare come un pazzo oggi è così “vecchia”, la filosofia di vita che adottavo ieri oggi mi sembra così sorpassata.
Non dico certo che le problematiche sopra elencate non siano da affrontare in maniera seria e responsabile, ma non possiamo vivere solo di questo, bisognerebbe affrontarle nell’intimo tutti i giorni, come persone equilibrate e scegliere cosa è meglio o cosa ci piace di più se la carne o la verdura, se una modella in carne o una modella più magra, se devo indignarmi o no per il fatto che i cani pisciano sul mio portone di casa o sulla ruota della mia automobile. Oppure se un sindaco si deve preoccupare prima di tutto di nozze omosessuali e poi di dare una casa a famiglie indigenti. Chissà.
Io dico che come persone dovremmo liberarci da questo flusso senza senso, pensare che la smaterializzazione si applichi su qualcosa che prima costruiamo dettato dalla nostra coscienza e cultura, che le aziende riescano a capire di ricercare figure professionali che si battano per loro sul mercato di oggi e di domani con nuovi strumenti ma anche con professionalità. E poi attenzione a chi pensa di avere sempre ragione perché sono proprio loro ad averla persa in questa epoca di passaggio dove si rischia di perdere il sogno dell’intelligenza collettiva. In questa epoca di stupidità (collettiva).


RM

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