Ogni epoca ha avuto
il suo momento di stupidità come l’invenzione e lo sviluppo di un divertimento
futile o un conflitto sociale o addirittura una guerra. Ma a bilanciare questa
voglia atavica dell’uomo di evasione dalla sua coscienza o pensiero forte e
dalla routine del lavoro, c’è sempre stata una
proposizione di qualcosa che nel bene o nel male ha segnato il genere umano. E
intendo produzione di opere indimenticabili, correnti di pensiero, scoperte
scientifiche, meraviglie dell’evoluzione insomma. Non mi soffermerò a definire “epoca”
ma il lasso di tempo che comprende almeno tre generazioni ha sempre prodotto cibo
per la nostra crescita umana come cittadini del mondo.
Ed esempio Roma
imperiale aveva il Colosseo ma anche il Senato, la Grecia antica aveva i baccanali
ma anche la filosofia di Platone… ogni epoca ha avuto da sempre la sua
produzione intellettuale affiancata a quella ludica.
Fino ad oggi. Oggi
viviamo oltre il senso del luogo, viviamo la smaterializzazione dei rapporti
sociali, delle professioni e anche del mondo reale. Sono, infatti, innumerevoli
e sempre più comuni le patologie psicologiche che inducono le persone a vivere
una vita non reale, una vita paragonabile a un fumetto, sogni ad occhi aperti.
Lo spazio e il tempo si sono relativizzati a favore di una smaterializzazione
generale preoccupante. Preoccupante soprattutto per il tessuto produttivo e non
tanto per i rapporti sociali che ognuno imposta come vuole. Ma sotto l’aspetto
professionale oggi sul mercato possiamo trovare figure strane e a volte
insignite di profonda responsabilità.
Mi riferisco ad
esempio a chi tratta la finanza sapendo poco o niente della materia, ma avendo dalla
propria parte una buona attitudine alle pubbliche relazioni, anche perché
spesso manca una laurea vera e propria. Infatti, molte di queste figure
professionali studiano comunicazione per approcciare il cliente in maniera più
attinente. Ovviamente il mercato offre anche eccellenze di cui ci si può
fidare, eccellenze indipendenti che gestiscono i prodotti finanziari in maniera
adeguata. Comunque fate attenzione, pretendete certificazioni che vengano
dall’esterno dell’azienda e soprattutto da enti che da lungo tempo si occupano
della materia come Università e/o Master organizzati dalle stesse.
E poi ci sono i “colleghi”
che hanno adottato la via dell’autopromozione come brand di se stessi e per
essere più efficaci pubblicano video di una banalità e comicità estrema.
Prestano consulenze ad aziende smarrite che purtroppo si fidano di alcuni
visionari che porteranno l’azienda a cambiare target per forza. “Perché nel 90%
dei casi è il target che non funziona” dicono loro… Potrebbe però essere un
errore perché per me nel 90% dei casi quello che non funziona è il prodotto e
come lo si comunica. Ok potremmo discutere lungamente su questo argomento ma
non è mia intenzione qui. Qui nasce un grido di attenzione, di allerta.
Non è solamente
questo ovviamente il punto. Prendiamo i social network che stanno andando verso
la maturità, nati da un bisogno moderno di interazione, oggi hanno spostato l’attenzione
della “prima impressione” più sulla facciata estetica che su quella vera, la
personalità e le caratteristiche della persona in carne ed ossa e cervello.
Molte persone pensano che avere un profilo facebook impostato/adeguato possa
ovviare alle lacune che si vengono a palesare nel mondo reale.
La smaterializzazione
non ha portato solamente alla confusione professionale, in altre parole addetti
PR che vendono prodotti finanziari o profili facebook stilisticamente perfetti
che sono scrittori di successo o cantanti sconosciuti su youtube che hanno
migliaia di visualizzazioni, ma ha portato a un’attitudine, per ma davvero fastidiosa
di buonismo che tarpa le ali ad esempio a tanti talenti che si stanno formando
in Italia ora.
Il problema del
bullismo, il problema delle modelle troppo magre, la violenza sulle donne, l’omosessualità
e il matrimonio, i diritti dei cani, gli spot sessisti. Basta! Per favore
basta! Liberatevi da questo bombardamento di post, di spot, di slot, di
affissioni, di foto… questa pioggia è acida e fa male al vostro stato mentale
in generale portando l’umanità a questa evidente stagnazione. L’umore dei paesi
industrializzati non è neppure più misurabile perché nero, non c’è fiducia nel
futuro perché non c’è una tematica importante che resista un giorno intero. La
vita è un hashtag perpetuo dove quello che era importante ieri non lo è più
oggi. Il partner che ieri mi ha fatto impazzire oggi è solo un ricordo. La
musica che ieri sera mi ha fatto ballare come un pazzo oggi è così “vecchia”,
la filosofia di vita che adottavo ieri oggi mi sembra così sorpassata.
Non dico certo che le
problematiche sopra elencate non siano da affrontare in maniera seria e
responsabile, ma non possiamo vivere solo di questo, bisognerebbe affrontarle nell’intimo
tutti i giorni, come persone equilibrate e scegliere cosa è meglio o cosa ci
piace di più se la carne o la verdura, se una modella in carne o una modella
più magra, se devo indignarmi o no per il fatto che i cani pisciano sul mio
portone di casa o sulla ruota della mia automobile. Oppure se un sindaco si
deve preoccupare prima di tutto di nozze omosessuali e poi di dare una casa a
famiglie indigenti. Chissà.
Io dico che come
persone dovremmo liberarci da questo flusso senza senso, pensare che la smaterializzazione
si applichi su qualcosa che prima costruiamo dettato dalla nostra coscienza e
cultura, che le aziende riescano a capire di ricercare figure professionali che
si battano per loro sul mercato di oggi e di domani con nuovi strumenti ma
anche con professionalità. E poi attenzione a chi pensa di avere sempre ragione
perché sono proprio loro ad averla persa in questa epoca di passaggio dove si rischia
di perdere il sogno dell’intelligenza collettiva. In questa epoca di stupidità
(collettiva).
RM
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