martedì 29 settembre 2009

La felicità delle Nazioni


Mi sono sempre chiesto perché i paesi anglosassoni o comunque del nord Europa spesso parlano gli italiani con disprezzo e spesso si accaniscono sulle nostre contraddizioni (reali), ma anche sulle differenze (legittime) che esistono tra noi e loro e che ci danno la caratteristica di creativi, produttivi, etc etc.
Non è la prima volta che stampa (Guardian, Economist) e piccoli produttori svedesi/danesi (vedi Videocracy) si avventurano in attacchi veementi contro la mancanza di libertà del Bel Paese, contro il regime autoritario che lo governa, contro le scelte scellerate in finanza e in economia and so on.
Chi non ricorda un attacco alla nazione prima dell’inizio delle vacanze estive? Giusto un piccolo boicottaggio per evitare una nazione unica e molto bella.
In ogni modo, allo stesso tempo, negli ultimi 10 anni siamo stati un po’ intimoriti (a livello paese) da questo complesso di superiorità dei cittadini del nord Europa. Cioè, se loro dicono così ci sarà pure un fondo di verità, ci sarà pura qualcosa che merita la nostra attenzione. E in effetti l’Italia non è affatto un paese perfetto e tanto meno l’italiano medio, lungi da me nel difenderci in atteggiamenti del tutto anti civici/civili. Ma bisogna pur guardare da cosa nasce questa loro felicità, questo benessere, questa sottile perfezione.
Se noi siamo il paese di Vallettopoli, Calciopoli, Tangentopoli, il paese di proprietà di Berlusconi dove non si può dire e fare niente, dove serpeggiano intimidazioni mafiose del Governo, dove la libertà di stampa, di religione, di parola è bandita, dovremmo allora essere un popolo triste, scontento, arrabbiato e quindi pieno di conflitti sociali.
A volte però la società non risponde solamente con guerriglie urbane a questo disagio da regime sudamericano, ma per sfogare la frustrazione per i traumi subiti si infligge dolore e il massimo dell’autoflagellazione è il Suicidio.

In alcuni paesi, come la Danimarca (5.500.000 abitanti), il suicidio è la prima causa di morte nel gruppo d’età tra i 25-34 anni. Quasi la metà dei giovani danesi ha pensato al suicidio e uno su venti ha tentato di mettere fine alla propria vita. In Danimarca si registra uno dei tassi più alti di suicidi in Europa: cioè 24 ogni 100.000 abitanti. E sono dati molto più bassi di quelli reali. Il fenomeno è così inquietante che il governo danese nel ha istituito un apposito centro per monitorare la situazione. Da un’inchiesta su un campione di tremila studenti fra i 15 e i 24 anni emerge anche che 1 su 10 ha detto proviene da una famiglia dove c’era stato almeno un suicidio. E i giovani che sono stati toccati da questo tipo di tragica esperienza sono tre volte più a rischio degli altri.
Ma non era il paese mitologico della felicità assoluta?

La Svezia, invece, è Paese che annovera solamente 8.900.000 di persone. Lo standard di vita è tra i più alti. Circa l’8% del PIL svedese viene destinato alla sanità e ai servizi medici. Gli svedesi sono tra quelli che vivono più a Lungo. L’aspettativa media di vita è di 76,1 anni per gli uomini, e di 81,4 per le donne. La sanità e i servizi medici svedesi sono organizzati in un programma uniforme, a livello nazionale, che permette ad ogni persona di accedere alle migliori cure disponibili. In Svezia la sanità viene considerata responsabilità del settore pubblico e ciò deriva da una tradizione che risale al XVI secolo. Soltanto l’8% dei medici esercita la professione privatamente. Nel paese ci sono circa 27.400 medici. I professionisti di medicina generale che lavorano presso i centri sanitari forniscono cure mediche, un servizio di consulenza e programmi di prevenzione. I servizi scolastici sanitari verificano regolarmente la salute dei bambini in età scolare.
Perfetto no? Il massimo che si può chiedere ad un paese civile no?
In Svezia però il suicidio causa circa 1.500 morti all’anno. Giusto per fare un paragone, circa 600 persone muoiono ogni anno in incidenti stradali. Verosimilmente, le donne svedesi sperimentano episodi depressivi due volte più degli uomini. Tuttavia, ci sono più suicidi tra gli uomini. Le percentuali tra gli adolescenti sono notevolmente aumentate, e nel gruppo di età compreso tra i 15 e i 44 anni il suicidio è la principale causa di morte!
La depressione è l’esperienza più comune tra le vittime di suicidio più anziane, mentre l’alcolismo è la diagnosi più comune in quelle più giovani.
È stato notato che alcune professioni annoverano delle percentuali di suicidio maggiori di quanto non ci si aspetti. In modo sorprendente, le donne medico ne sono un esempio, ma in generale le percentuali maggiori di suicidio sono più frequenti nelle occupazioni di maggiore prestigio e con stipendio più alto!

E l’Italia? Il Paese più bieco del mondo che qualcuno, basandosi sulle solite stupide classifiche mondiali sulla libertà di stampa e pari opportunità, ha paragonato ad una dittatura spietata?
Secondo l’ISTAT nel 2003 in Italia ci sono stati circa 3.000 suicidi all’anno su una popolazione di 60.000.000 di persone.

La Danimarca ha una percentuale di suicidi 4 volte superiore rispetto a quella dell'Italia, la Svezia 5 volte! E in Svezia il numero di armi per abitante è quasi triplo a quello dell'Italia. Questa nazione è prima in Europa e terza al mondo per percentuale di adulti che hanno consumato cannabis nella loro vita.

A voi le riflessioni.

RM

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